Cos'è
Vittorio Emanuele era il figlio primogenito di Carlo Alberto di Savoia-Carignano e di Maria Teresa d’Asburgo Lorena. Nacque a Torino il 14 marzo 1820, nel palazzo della famiglia paterna. Partecipò alla Prima guerra d’Indipendenza sotto il comando del padre e, in seguito alla sconfitta di Novara del 23 marzo 1849, assunse la responsabilità del regno dopo l’abdicazione di Carlo Alberto.
In quella circostanza, si mostrò deciso nei confronti del maresciallo Radetzky, evitando al Piemonte un’umiliazione ancora più grave. Fu principe di Piemonte, duca di Savoia e re di Sardegna dal 1849 al 1861, quindi re d’Italia dal 1861 al 1878.
Negli anni precedenti alla proclamazione del Regno d’Italia, fu affiancato da ministri capaci come Massimo D’Azeglio e Camillo Benso conte di Cavour, i quali modernizzarono il regno, fino ad allora tra i più arretrati della penisola, e portarono la questione italiana all’attenzione delle grandi potenze liberali. Parteciparono alla guerra di Crimea del 1854 al fianco di Francia e Inghilterra contro la Russia, ottenendo visibilità internazionale al congresso di pace di Parigi.
Queste azioni diplomatiche condussero agli accordi di Plombières del 1858, con cui la Francia si impegnava a intervenire militarmente in Italia in caso di attacco al Regno di Sardegna per la liberazione del Lombardo-Veneto.
Nel 1859, grazie a manovre di Cavour, ebbe inizio la Seconda guerra d’Indipendenza, combattuta al fianco dell’esercito francese guidato da Napoleone III, che portò alle vittorie di Montebello, Palestro, Magenta, Solferino e San Martino. Tuttavia, l’armistizio di Villafranca, voluto da Napoleone III, generò contrasti tra il re e Cavour, che portarono alle dimissioni di quest’ultimo.
Nel frattempo, Vittorio Emanuele non ostacolò la spedizione dei Mille di Giuseppe Garibaldi nel 1860, ma fu costretto a intervenire con l’esercito piemontese per fermarlo quando il generale manifestò l’intenzione di attaccare Roma. I due si incontrarono a Teano. Dopo referendum nelle regioni insorte del nord Italia, Vittorio Emanuele fu proclamato primo re d’Italia “per grazia di Dio e volontà della Nazione” il 17 marzo 1861 dal nuovo Parlamento italiano, riunito a Torino, la prima capitale del Paese. L’unità d’Italia fu così formalmente raggiunta.
Nel 1866 guidò l’esercito italiano nella Terza guerra d’Indipendenza al fianco della Prussia contro l’Austria, che si concluse con l’annessione del Veneto. Dopo l’attacco dei Bersaglieri a Porta Pia il 20 settembre 1870, fece il suo ingresso solenne a Roma il 2 luglio 1871. Con la fine dello Stato Pontificio, la capitale venne trasferita da Firenze a Roma, dove il re si stabilì nel Palazzo del Quirinale.
Nel 1842 sposò la cugina Maria Adelaide d’Asburgo, con la quale ebbe quattro figli: Maria Clotilde (1843-1911), che andò in sposa a Napoleone Giuseppe (1822-1891), detto Principe Napoleone; Umberto, futuro re d’Italia; Amedeo, che divenne re di Spagna; e Maria Pia, moglie di Luigi I di Portogallo.
Tra le sue relazioni extraconiugali, la più nota fu quella con Rosa Teresa Vercellana Guerrieri, detta “La Rosina” o “La bela Rosin”, dalla quale discese la linea comitale di Mirafiori e Fontanafredda. I due si sposarono morganaticamente a Roma il 7 novembre 1869.
Vittorio Emanuele II morì a Roma il 9 gennaio 1878, dopo 28 anni e 9 mesi di regno, seduto sulla sua poltrona subito dopo aver ricevuto l’inviato di Papa Pio IX incaricato di revocargli la scomunica. Riposa al Pantheon, insieme ad altri membri della casa Savoia.
Redatto sulla base del libretto I Protagonisti (testi di Pietro Pierrettori, Pro Loco Magenta)