La Battaglia di Magenta

Dettagli della pagina

Scopri di più sulla storia della famosa Battaglia

La Battaglia di Magenta, combattuta il 4 giugno 1859, fu uno scontro decisivo della Seconda Guerra d’Indipendenza Italiana. Le forze alleate franco-piemontesi, guidate da Napoleone III e Vittorio Emanuele II, affrontarono l’esercito austriaco del maresciallo Ferencz Gyulay. La vittoria alleata aprì la strada alla liberazione di Milano e contribuì in modo determinante al processo di unificazione italiana.

Fase 1 – L’avvicinamento e le prime mosse (notte tra il 3 e il 4 giugno, ore 13.00)

Il piano alleato prevedeva un attacco su Magenta da due direttrici: da nord, attraverso Turbigo, e da ovest, sul ponte del Ticino nei pressi di San Martino.
La notte tra il 2 e il 3 giugno, i francesi costruirono un ponte di barche a Turbigo, permettendo l’attraversamento del 2º Corpo d’Armata del generale Mac Mahon.
All’alba del 4 giugno, con il tempo finalmente sereno, iniziarono le manovre. Mac Mahon divise le sue forze in due colonne: una puntò su Boffalora, l’altra su Marcallo. Intanto, il ponte ferroviario sul Naviglio, che gli austriaci avevano tentato di far saltare, rimase praticabile grazie al sabotaggio patriottico dell’ingegnere italiano Marcello Rougier.
Le forze austriache, colte in fase di riorganizzazione, si trovarono inizialmente in inferiorità numerica.

Fase 2 – Lo scontro si intensifica (13.00 – 16.30)

Verso le 13.00, si accesero i combattimenti tra Boffalora e Magenta. La Guardia Imperiale francese, credendo che l’attacco fosse già iniziato, si mosse verso il Naviglio. Gli austriaci tentarono di resistere, difendendo tenacemente i ponti rimasti e alcune cascine strategiche. I combattimenti furono durissimi, in particolare a Pontenuovo, dove i francesi conquistarono e persero il ponte più volte, sotto il fuoco incrociato dell’artiglieria austriaca.
In questo frangente, le truppe francesi subirono forti perdite: cadde il generale Clèr, e alcuni reparti furono costretti a retrocedere. Il 3º Corpo d’Armata francese, atteso da Novara, tardava ad arrivare, e la pressione austriaca, rafforzata dai contingenti provenienti da Abbiategrasso, mise in seria difficoltà gli alleati.

Fase 3 – La svolta decisiva (dalle 16.30 in poi)

Solo alle 16.30 Mac Mahon riuscì a coordinare un’offensiva da nord in direzione di Magenta, mentre a ovest la Guardia Imperiale riprendeva l’assalto. Espinasse, a sua volta, procedeva lungo la direttrice di Marcallo. Gli austriaci iniziarono a perdere terreno. A Pontenuovo, cinquemila francesi resistettero per 45 minuti all’urto di oltre cinquantamila austriaci, finché la pressione combinata delle colonne alleate costrinse gli imperiali al ripiegamento.
Il cuore della battaglia si spostò nel centro urbano di Magenta. I combattimenti divennero casa per casa, attorno alla stazione ferroviaria, alla vecchia chiesa di San Martino e a Casa Giacobbe. Proprio lì cadde il generale Espinasse, ma i suoi zuavi, in un’azione di vendetta, conquistarono l’edificio infliggendo gravi perdite al nemico.

Fase 4 – La ritirata austriaca e la vittoria alleata (ore 19.00 – 20.00)

Alle 19.00, con l’arrivo dei bersaglieri piemontesi e dell’artiglieria di Fanti, il fianco sinistro alleato fu finalmente protetto. L’attacco convergente delle forze di Mac Mahon e delle divisioni francesi rimaste portò alla rottura delle linee austriache. I soldati di Gyulay, esausti e demoralizzati, iniziarono la ritirata verso Milano. Al tramonto, sotto una pioggia improvvisa, la battaglia cessò.

Conseguenze

Le perdite furono pesanti: si stimano circa 6.000 caduti, di cui tre quarti austriaci. I franco-piemontesi persero circa 4.500 uomini, contro i 10.000 tra morti, feriti e dispersi dell’esercito imperiale.
La vittoria aprì la strada a Milano, che fu liberata l’8 giugno. Mac Mahon fu nominato Maresciallo di Francia e insignito del titolo di Duca di Magenta.

Un’eredità oltre il campo di battaglia

La battaglia non fu solo un evento militare. Le gravi sofferenze dei feriti e la scarsità di cure lasciarono un segno profondo nei contemporanei. Pochi giorni dopo, a Solferino, un testimone diretto – Henri Dunant – avrebbe maturato l’idea di un’organizzazione neutrale per soccorrere i feriti sui campi di battaglia. Nacque così il movimento che condurrà alla fondazione della Croce Rossa Internazionale, una delle più importanti eredità umanitarie di quel conflitto.

 

Il presente testo è un riassunto elaborato sulla base delle informazioni e dei materiali storici di Pietro Pierrettori, presidente di Pro Loco Magenta e del volume di Ambrogio Viviani, Magenta 4 giugno 1859: dalle ricerche la prima storia vera.

 

Quanto sono chiare le informazioni su questa pagina?

Rating:

Grazie, il tuo parere ci aiuterà a migliorare il servizio!

Quali sono stati gli aspetti che hai preferito? 1/2

Dove hai incontrato le maggiori difficoltà?1/2

Vuoi aggiungere altri dettagli? 2/2

Inserire massimo 200 caratteri
Icona